Oggi ero in visita all’azienda Parovel di San Dorligo della Valle, dove si producono vini del Carso come il Terrano e la Vitovska e uno degli oli più pregiati ed apprezzati d’Italia, il Tergeste Dop con varietà Bianchera. Il mio legame con il Carso è da sempre fortissimo perchè ci vivo ad un tiro di schioppo e da piccola non giocavo in giardino ma tra le trincee abbandonate tra i cui massi nascondevo disegni e bigliettini. A parte le volte in cui vedevo sbucare il serpentello, di solito era tutto pace e tranquillità e avevo scoperto angoli strepitosi di questo luogo.
Peccato che crescendo abbia perso questa abitudine, anche se puntualmente non mi faccio mancare ad ogni primavera le raccolte degli asparagi selvatici che nascono tra le boscaglie! Eppure è sempre “il mio carso” che ammiro e che amo, anche e soprattutto per la dimensione eroica che trasmette. Ne parlavo proprio oggi con Elena Parovel, in questi territori non solo l’olivicoltura è eroica ma lo è anche la viticoltura, che nasce e cresce grazie ad un lavoro instancabile di ammansimento del suolo e del clima ribelle. Il Carso è proprio così, un bellissimo giovane ribelle e rude, che vorremmo amare ed avere tutto per noi, ma che cerca di sfuggirci perchè desidera la libertà!
E’ dell’altro giorno la notizia che la regione Friuli Venezia Giulia ha chiesto al Ministro Corrado Clini l’avvio delle pratiche per il riconoscimento del Carso di Gorizia e Trieste come patrimonio mondiale dell’Unesco, unendo il tutto alle pratiche già in atto per il Carso dinarico. Mi sembra un’ottima notizia e pienamente giustificato il suo senso, in quanto conosco pochi paesaggi così intensi (ok, sono di parte, ma non ci posso fare niente!).
Cosa c’entra il Carso con la missione #socialtaster di Sara di cui parlavo qui? Perchè il cibo evoca! E il suo post sui primi assaggi mi ha emozionato e mi ha fatto pensare al Carso, alla pinza triestina che mia nonna inzuppava nel caffelatte (la pinza va assolutamente inzuppata oppure spalmata con cioccolato o marmellata!), alla giornata al mercato in cui ho acquistato il formaggio di capra pensando a questi simpatici animali dalla faccina magica.
Ed ecco qui il post di Sara, #socialtaster primo round che piacerà sicuramente anche a voi perchè ci rende partecipi della condivisione, del sapore e dell’incontro! A parte l’odissea del pacco che non sembrava arrivare mai a destinazione (profetica la “mia” signora delle poste: “E’ sicura che vuole fare il pacco ordinario e non quello assicurato?”), alla fine tutto si è risolto per il meglio! Anzi no, un attimo, non è mica finita qui! Nel pacco dichiaravo all’ufficio delle poste che il contenuto era polenta…e Sara ci ha promesso di fare la migliore polenta friulana in terra romana….