Essere comprensivi è una virtù rara. A pensarci bene, una buona parte del nostro tempo se ne va nella ricerca dei difetti nostri e delle persone che ci circondano. Eppure quando siamo comprensivi, viviamo meglio: nella quotidianità, nel lavoro, negli affetti, dire e dirsi che la perfezione non è umana, ci rende più umani!
Ho imparato che la stessa cosa vale per il vino, che è vivo e ha una sua propria identità, sfaccettature e carattere che cambiano nel tempo, a seconda di com’è stata l’annata e di come l’ha creato il suo produttore. Non solo rispetto per il produttore, ma soprattutto per il vino stesso che mi accingo a bere e che accolgo.
La scorsa settimana si è svolto uno degli eventi enologici più belli in assoluto, Mare & Vitovska, dedicato appunto a questo vino del Carso. La manifestazione, che si svolge come da tradizione a metà giugno nella splendida cornice del Castello di Duino, era preceduta da una degustazione guidata per operatori. A condurre i lavori Sandro Sangiorgi della rivista e casa editrice Porthos, e la preziosa presenza di molti produttori del Carso, tra i quali Edi Kante, Beniamino Zidarich e Sandi Skerk.
Una carrellata di 23 Vitovska vendemmia 2011 del Carso triestino e sloveno, questo vitigno può dirsi transfrontaliero a tutti gli effetti e la sua tipicità unisce Italia e Slovenia. Degustazione alla cieca per poter accogliere il vino senza preconcetti: riflettendo, non è il nostro giudizio che conta, è se siamo in grado di dare un senso al vino che beviamo e di capire quanto vi è in lui del territorio dal quale proviene e le scelte che sono alla base della sua creazione e che in lui si riflettono. Inutile accanirsi girando vorticosamente il calice, spietato cercare nel vino la nostra idea…come noi non siamo all’altezza di un ideale, perché dovrebbe esserlo lui?!
La maggioranza dei viticoltori del Carso rispetta il territorio, e molto meno ricerca il mercato e il gusto standard; è anche vero che da un punto di vista meramente commerciale se lo può permettere più di altre zone, perché ha una piccola produzione per quanto concerne le quantità. E’ notizia di ieri – qui l’articolo apparso su Il Piccolo – che alcuni vini del Carso non sono rientrati nella Doc perchè la commissione non li ha giudicati aderenti alle schede tecniche dei disciplinari di produzione generici. Ma la viticoltura del Carso si avvicina molto più all’arte che ad un processo produttivo!
Ognuna delle 23 Vitovska degustate aveva un suo carattere peculiare – da quella che si esprimeva al naso con fiori di gelsomino e gelso bianco a quella che ti stupiva con la sapidità del mare, da quella più fresca e con buona acidità a quella più complessa e strutturata. Il 2011 ha dato a tutti uve sane ed è stata una grande vendemmia per il Carso, poi spetta a ciascuno regalare il suo stile, sempre con un riguardo particolare e speciale alla natura e alla sua forza, che qui è preponderante. Il 2011 è l’altro giorno, ci sarà ancora tempo per degustare nuovamente quest’annata nel corso degli anni a venire e godere della sua maturazione ed evoluzione.
Elenco dei produttori di Vitovska 2011 in degustazione: Bajta Fattoria Carsica, Bole Andrej, Castello di Rubbia, Čotar Branko & Vasja, Čotova Klet, Colja Jozko, Domačija Lisiak na Krasu, Ferfoglia Andrej, Grgič Igor, Kante Edi, Kocjančič Rado, Lupinc Matej, Milič Andrej, Milic Stanko, Parovel Vigneti e Oliveti, Vina Štemberger, Širca – Kodric, Škerlj, Škerk Sandi, Vina Štoka, Vina Kras Sezana, Vinarstvo Emil in Ken Tavčar, Vinarstvo Rebula, Zidarich Beniamino.
Interessante sapere, grazie alla ricercatrice Manna Crespan del C.R.A. – Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura, che la Vitovska deriva da un matrimonio tra Malvasia bianca e Glera (leggi Prosecco). Ogni vitigno attuale, infatti, è la risultanza di due vitigni genitori più antichi, e questa conoscenza è possibile tramite lo studio dei marcatori microsatellite per l’analisi del DNA della vite. Sempre da queste ricerche, risulterebbe che la Glera è originaria proprio del Friuli Venezia Giulia, poichè in questa zona e nella vicina Slovenia ci sono molti vitigni che derivano da essa e sono tra loro imparentati.