Ramandolo è uno di quei luoghi del Friuli Venezia Giulia che affascinano per la loro unicità: una piccolissima frazione, 3 chilometri in tutto che rientrano nel Comune di Nimis, abbarbicata ai piedi del Monte Bernadia. Arrivando in questa zona, il paesaggio è un puzzle di colline e montagne, piccoli vigneti e boschi: sarà perché è riparata dai venti e dalle correnti fredde, qui il clima è temperato. Arrivo in visita a Ramandolo per incontrare Berania Martinez che conduce l’azienda vitivinicola Bernardis, e qui ha scelto di vivere circa vent’anni fa o meglio come dice lei “è il Friuli che mi ha scelta, per amore”. Berania è originaria di Santo Domingo e fatale fu l’incontro con colui che poi sarebbe divenuto suo marito, friulano di Ramandolo che si trovava per lavoro nel paradiso della Repubblica Dominicana. Berania non solo si è innamorata, ma si è anche appassionata al territorio e alla viticoltura, imparando man a mano i segreti del mestiere dal suocero vignaiolo. Oggi è lei che si prende cura dei 2 ettari di vigneto di proprietà e ha saputo negli anni cercare una qualità crescente per i suoi vini, grazie anche all’aiuto dell’enologo Paolo Dolce. Produce Ramandolo, Ramandolo Passito e Refosco dal Peduncolo Rosso.
Sorprendente come in questo luogo non solo si produce questo vino dolce color dell’oro, la prima Docg del Friuli Venezia Giulia, ma anche ottimo Refosco dal Peduncolo Rosso. Adoro questo vino rosso autoctono, che qui assume delle caratteristiche di morbidezza e piacevolezza davvero deliziose. La cantina Bernardis è una delle micro aziende che ritroviamo in questa frazione e che sono disponibili per visite e degustazioni, magari dopo un bel volo in parapendio! Tanti sono infatti gli sportivi che si librano nell’aria dal Monte Bernadia durante tutto l’anno ed è un bel vedere guardare le loro colorate vele volteggiare nell’aria nel silenzio assoluto e al fianco di falchi e poiane.
Arrivando a Ramandolo si fa anche un’altra scoperta: è zona di olivicoltura! Con il mio solito fare da turista ignara, mi avvicino ad un uomo che raccoglie le olive in questa fine di novembre e, con espressione stupita, gli chiedo “Caspita, le olive quasi in montagna, sapevo di Tarcento, ma di Nimis proprio no” e lui “Scusi sa, ma secondo lei se Tarcento è più in alto perché non si dovrebbe coltivare l’olivo a Nimis?!”. Il buon uomo non mi sta molto simpatico, ma ha ragione! Dalle ricerche dell’osservatorio agricolo del Friuli Venezia Giulia è emerso già da tempo che questi luoghi sono adatti all’olivicoltura per terreno e clima e dall’inizio del 2012 è anche in atto un progetto di intensificazione di questa coltura per tre principali motivi: la riqualificazione del comparto agricolo, la tutela del suolo che – se abbandonato – potrebbe dar luogo ad episodi franosi, la bellezza paesaggistica. E’ un gruppo di appassionati anche in questo caso che hanno dato vita all’Associazione Olivicoltori di Tarcento e portano avanti questa bella iniziativa.
Va bene il vino, va bene l’olio, ma quando si mangia?! Per fortuna Berania mi ha indicato un posto dove pranzare davvero particolare, come piace a me! Quasi una baita dispersa nel bosco, che si raggiunge per una piccola vietta che percorre il fiume e la foresta: è il ristorante Valcalda a Debellis (frazione di Taipana), dove tornerò sicuramente in estate visti i tavoli all’aperto posizionati sotto rigogliose pergole e accanto a rustiche fontane. L’interno è accogliente e caldo, due stufe ardono a pieno ritmo e s’intravede la cucina, la cui prima parte è composta da un’originale angolo cottura d’epoca ancora in perfetta funzione. Un gatto gironzola per i tavoli, padrone dei suoi possedimenti.
Il cuoco è Carlo Lo Presti, già chef del Ristorante Belvedere di Tricesimo, ed è a lui che chiediamo di stupirci con ricette in cui ci metta lo zampino anche il vino Ramandolo! Tutti piatti golosissimi, che sanno di creatività e maestria data dall’esperienza: ravioli fatti in casa con ripieno di porro, speck, ricotta e Ramandolo con una spruzzata di Refosco in riduzione, gnocchetti con radicchio, gamberi, formaggio e Ramandolo e filetto di pollo in agrodolce con mandorle e salsa al Ramandolo. Mi viene in mente che in questo posto mi piacerebbe passare un Capodanno con gli amici, in questa sala dove ci si sente a proprio agio come a casa, peccato che non abbia anche le camere per soggiornare la notte! In abbinamento ai tre piatti degustiamo sia il Refosco che il Ramandolo, mentre il Ramandolo passito lo preferiamo come vino da meditazione a chiusura del pasto.
A proposito del Ramandolo, è un vino da uve di Verduzzo Friulano coltivate unicamente nei territori di Nimis e Tarcento, raccolte in vendemmia tardiva verso fine ottobre e con vinificazione in macerazione sulle bucce, cosa che gli conferisce il bel colore carico dorato e la particolare tannicità. E’ un vino bianco dolce ma non stucchevole, e che si presta a diversi abbinamento a tutto pasto, non solo come dessert 😉