Fiumicello è sinonimo di pesche, visto che qui da oltre cinquant’anni si tiene la mostra regionale del frutto estivo, ma soprattutto perchè qui ogni angolo è un fiorire di frecce e cartelli che inneggiano alla pesca. Le aziende agricole, oltre al vino e agli ortaggi, dedicano parte dei loro terreni agli alberi di pesco, che ogni anno verso la fine di giugno iniziano a produrre in quantità. E proprio in questo periodo le stradine della piccola località di campagna sono meta di un folto pubblico di appassionati di frutta a km 0 e della famosa piarsolada, di cui avevo già raccontato nel 2012 qui.
Storicamente la mia famiglia acquista le pesche alla rivendita “delle signore” a San Lorenzo, una delle località di Fiumicello (che pur contando poco più di 5.000 abitanti, ha svariate frazioni tra cui San Valentino, Papariano, Sant’Antonio). L’abbiamo soprannominata familiarmente “delle signore” perchè sono due simpaticissime signore a gestire la rivendita dell’azienda agricola, anche se in realtà il nome della tenuta è “Michelin Graziano”! Qui si trovano pesche e pesche noci di diversa maturazione, poichè a seconda di quanto sono mature varia il prezzo. Inferiore per quelle sovramature, che sono perfette però per fare la marmellata, e prezzo stabile invece per quelle che sono perfettamente mature o maturano in settimana, a 1,30 al chilo.
Ci sono andata di domenica mattina a comprare le pesche, perchè qui è sempre aperto, specialmente in questo periodo in cui frutta e verdura vanno vendute. E questa volta ci sono andata anche per un motivo in più, il contest “le pesche nel piatto” lanciato da @qbfvg in occasione della 54° mostra delle pesche che si terrà a Fiumicello dall’11 al 15 luglio. In cosa consiste? Nel raccontare la propria ricetta con le pesche! Ci ho pensato qualche giorno, tra una faccenda e l’altra, e la ricetta che mi era venuta in mente all’inizio era il petto d’anatra con contorno di pesche al vino. E’ stata in seguito la difficoltà di reperire il petto d’anatra che mi ha fatto virare su un’altro secondo piatto molto più semplice ed economico: gli spiedini di tacchino e pesche ubriache. Non sono una food blogger e nemmeno una cuoca provetta, sono più che altro la casalinga della porta accanto, ma ho cercato di fare del mio meglio.
Gli ingredienti che ho utilizzato, oltre naturalmente alle pesche di Fiumicello, sono il vino bianco Friulano Doc Aquileia che ho acquistato a Villa Vicentina, la fesa di tacchino, l’olio extra vergine di oliva, il timo e il Fleur de Sel de Camargue. Quest’ultimo l’ho scelto perchè questo territorio friulano, ed in particolare la poco distante Isola della Cona, assomiglia alla più famosa zona francese e quindi mi piaceva l’idea di un abbinamento per affinità.
Per prima cosa ho lavato e tagliato a spicchi le pesche, che ho poi fatto macerare nel vino per qualche ora. Ho cucinato il tacchino a filetti nell’olio extra vergine di oliva e, a fine cottura, l’ho poi condito a piacere con il mix di Fleur de Sel e timo. Dopo aver filtrato le pesche dal vino, ho realizzato degli spiedini intervallando spicchio di pesca a tocchetto di tacchino. Chiaramente il vino già utilizzato non è andato perso, ma è stato riutilizzato per una piarsolada post pranzo, che ho fatto raffreddare in frigo. Che dire? Facile, veloce, economico e ad alto tasso alcolico! Dopo questa ricetta leggera, un bel pisolino non ce lo toglie nessuno 😉