Ho un piccolo orto dietro casa, che va a pieno regime in estate con i pomodori, ma negli altri periodi dell’anno la spesa dai contadini della provincia di Gorizia è essenziale. Fatalità ha voluto che, durante l’ultimo corso che ho tenuto allo Ial di Gorizia, uno degli allievi era Saŝa Radetti, vignaiolo e contadino sul Carso goriziano. Ho scoperto così che ha una piccola azienda agricola nella frazione di Jamiano a Doberdò del Lago (via Gruden, 9), dove coltiva la vite, la verdura, i frutti di bosco, le erbe aromatiche e dove alleva anche conigli e galline. Le galline ed il gallo, in particolare, sono di una razza così bella esteticamente che rimani affascinato ad osservarli.
E così il sabato mattina sono andata a comprare le primizie nella sua azienda agricola: la struttura aziendale non è ancora completata e la porzione relativa agli uffici e alla vendita è in fase di costruzione (lungaggini dovute all’iter burocratico), ma i vigneti, il campo e la cantina sono già visitabili. La terra rossa del Carso, la natura dirompente e la sinuosità del territorio fanno da sfondo a questo piccolo luogo, dove regnano incontrastati solo il canto del gallo e le campane della Chiesa del piccolo borgo. Saŝa mi accoglie con il suo sorriso aperto e disarmante, è un tipo eccentrico lui che ha scelto di vivere di agricoltura riprendendo in mano le terre del nonno, in onore del quale ha chiamato proprio Podere Marcello la sua azienda. Dopo la laurea in Economia e Commercio e diverse esperienze in altri settori, ha pensato che fosse un segno del destino il fatto che lui fosse l’unico degli eredi che avesse passione per la vigna e la terra: da lì ha iniziato un percorso di formazione e crescita personale che lo stanno portando a sperimentare le sue riflessioni a confronto con la natura.
Ho avuto modo di assaggiare i suoi vini, che oggi sono una piccolissima produzione, e mi è piaciuta particolarmente la visione di apertura e dialogo con la sua terra. E’ come se fosse in ascolto di una rivelazione costante, anche se a ben pensarci questa modalità di vivere il vino è propria degli artigiani del vino. Una rivelazione che deve essere poi plasmata, alle volte assecondata e alle volta domata, a seconda delle annate. Il Terrano è il suo vino del cuore, si capisce subito che ha un debole per questo vino rosso profondo ed indomabile, che stranamente diventa docile nelle sue mani. Ho apprezzato particolarmente il 2011, piacevole al naso con toni di composta di frutta e spezie dolci e facile da bere per la sua aggraziata leggerezza. La cantina è scavata nella roccia e ti dà modo di vedere le formazioni del terreno ed i colori naturali, tocchi con mano il susseguirsi del tempo ed intravedi le radici delle piante che sono in superficie. In un prossimo futuro quelle volte bianche nel sottosuolo saranno sicuramente molto frequentate.
Sono tornata a casa con il radicchietto appena colto, le uova freschissime ed il vino, insomma pronta per il pranzo da realizzare in velocità con le uova sode (o la frittata con gli asparagi) e l’insalata ed un calice di vino rosso. Strano come sia andata persa l’abitudine rurale di avviare il pasto con una bella terrina di radicchio (che un tempo veniva insaporito con il grasso della carne). Per quanto riguarda le uova, non so se si tratti della particolare razza di galline, ma così buone raramente le ho mangiate (a proposito, mica comprate quelle da allevamento in batteria, vero?!). Chiaramente la disponibilità delle sue produzioni agricole è variabile a seconda del periodo, e quindi Saŝa consiglia di contattarlo tramite la pagina FB Podere Marcello per sapere cosa può offrire e quando. L’azienda agricola si trova a pochi chilometri dall’ex valico di Jamiano, nella frazione italiana.