Fare vino ieri ed oggi: Giovanni Bortoluzzi dell’azienda vitivinicola Bortoluzzi Borto Tintor ci racconta cos’è cambiato, forte delle sue 52 vendemmie all’attivo
Per mia esperienza ed opinione personale, so per certo che per fare un buon vino due cose sono essenziali: la prima è che la raccolta dell’uva avvenga a perfetta maturazione, la seconda che a fare il vino ci sia un bravo enologo.
Semplice? Non proprio, anzi! Che l’uva venga raccolta a perfetta maturazione non è sempre possibile, per le condizioni meteorologiche, per impedimenti o per disinteresse dell’azienda stessa. Che ci sia un bravo enologo in azienda dovrebbe essere una prerogativa base, ma anche questa caratteristica non è sempre rispettata.
Da due anni a questa parte ho il piacere di presentare l’evento dedicato al vino Diciottodieci dell’azienda Bortoluzzi di Gradisca d’Isonzo (qui l’articolo che ne racconta la storia) e quest’anno ho colto l’occasione di porre a Giovanni Bortoluzzi una domanda sulla sua esperienza diretta nel fare vino.
Giovanni Bortoluzzi è un enologo della vecchia scuola, diplomato in enologia nel 1965 e, con schiettezza e semplicità, ci racconta come fare vino oggi sia molto più complesso di quando ha iniziato lui negli anni ’60.