Il passa parola è uno dei modi migliori per conoscere piccole realtà locali, e proprio grazie a sentito dire sono venuta a conoscenza di un piccolissimo caseificio a Pegliano, nelle Valli del Natisone. La curiosità era tanta e alla prima occasione sono partita all’avventura. Per arrivare a Pegliano, subito dopo la frazione di Tarcetta, bisogna seguire la stradina che si inerpica fino quasi al cucuzzolo del monte, immersi nella rigogliosa natura e nel silenzio delle valli incantate. Ecco la piccola insegna del caseificio/agriturismo: mi sorprendono la semplicità dei tavoli tra gli alberi e l’accoglienza calorosa e mi sento in uno di quei luoghi del cuore dove si sta bene.
E’ una giovane donna, Silvia Floram, ad avere dato vita a questo agriturismo tre anni fa e a tenerlo aperto da aprile ad ottobre tutti i sabati e le domeniche, grazie alla collaborazione dei famigliari. Ed è sempre lei il casaro che fa i formaggi da latte di capra, che poi propone nell’agriturismo! Le domando stupita “Sei davvero tu il casaro?!” e lei “Certo, ho deciso di realizzare il mio sogno sperando per il meglio, almeno di provarci” e mi racconta della sua settimana che passa tra la cura degli animali nella stalla, la ricerca dell’erba e del fieno e la lavorazione del loro latte in deliziose forme. Silvia è bellissima e in gamba ed è riuscita a dare un tocco originale alla vecchia scuola elementare di Pegliano, in disuso da quarant’anni, che lei ha rilevato e trasformato in agriturismo. A pochi passi la stalla, dove riposano tranquille e pasciute capre e pecore.
L’arrivo del piatto dei formaggi in degustazione la dice lunga della cura con la quale le piace presentare il proprio lavoro. Ogni formaggio è abbinato ad un diverso condimento: lo stagionato sette mesi alla marmellata di fichi, la caciotta fresca al tarassaco e la ricotta al miele. I salumi sono invece la specialità di suo padre, che alleva suini e oche e che quindi propone in degustazione prosciutto d’oca, salame, lonza ed ossocollo. Anche i dolci, la panna cotta ed il gelato, sono fatti in casa con il latte di capra. Il portapane a forma di cuore, il petalo di rosa adagiato sul piatto, la scelta dei vini da proporre – pochi ma tutti locali, dei Colli Orientali del Friuli, e di alta qualità (e anche lo sfuso è ottimo) – non può che lasciare positivamente colpiti, io mi sono entusiasmata!
Ogni prima domenica del mese, mi racconta Silvia, c’è la festa degli arrosticini e il giardino si riempie, tanto che è consigliata la prenotazione per non restare senza tavolo! Durante la stagione estiva questo è luogo ideale dal quale partire per passeggiate naturalistiche e per la visita alla vicina Grotta di San Giovanni d’Antro. La grotta, che si trova a 5 minuti di macchina da Pegliano, è un posto insolito ed affascinante, la cui tradizione fa risiedere qui un antico culto delle acque e le cui origini si perdono nella notte dei tempi. Ed in questa grotta sorge una chiesa, poichè questo luogo è stata adibito a culto già nel periodo longobardo. La visita alla grotta, circa 300 metri, è un’esperienza da parco giochi: tra pozze d’acqua e bassi cunicoli, ci si può addentrare da soli senza necessità di guide e sembra di essere un pò esploratori come nel Viaggio al centro della Terra di Jules Verne.
La leggenda narra che , nel v secolo d.C. , la regina longobarda Teodolinda si rifugiò nella grotta per salvarsi dagli attacchi di Attila. Durante il suo assedio, vedeva nella pianura la devastazione della popolazione e il fumo delle case incendiate. Coraggiosamente decise di gettare dalla rupe gli ultimi suoi viveri, gridando ai nemici che era in possesso di molto cibo e che non l’avrebbero sconfitta. Fortunatamente all’assedio venne posta fine e la regina poté tornare nella sua valle ed ancora oggi una delle stanze della grotta è chiamata “la stanza della regina”.
Si dice anche che nella grotta e in questa valle risiedano le Kripavete (le Aganis friulane), spiriti femminili non proprio amichevoli che vivono nei pressi dei corsi d’acqua. Nella notte dei tempi, loro avrebbero insegnato alle donne la filatura della lana e agli uomini la trasformazione del latte in formaggio…ma non sempre è l’uomo ad essere il casaro 😉
Commenti
Andrò a visitarlo senza ombra di dubbio!!! Mia figlia abita a Manzano, ci andremo insieme!!!
non avevo dubbi sulle doti di Silvietta, gran bella ragazza e soprattutto in gamba, promesso ci passero’ appena possibile ..intanto un abbraccio ed ancora “happy birthday”…….Clara