Serata dedicata ai vini in abbinamento al tartufo nero l’altra sera nella splendida azienda vitivinicola Lis Fadis a Spessa di Cividale. E’ questo uno dei periodi in cui si parla di tartufi e sono molte le iniziative e le feste – la più conosciuta la Fiera del Tartufo Bianco d’Alba – in cui questo prodotto di nicchia viene presentato e raccontato. Ma allora cosa c’era di diverso in questa occasione in terra friulana? Il fatto che i vini e i tartufi fossero decisamente autoctoni!
Alla prova dei fatti un menu che amalgamasse il tocco di un grande chef di Spilimbergo, Dario Martina, con il tartufo nero friulano, ancora poco conosciuto e valorizzato dall’Associazione Tartufai del Friuli Venezia Giulia, e con l’abbinamento dei preziosi vini di Lis Fadis, ha colpito nel segno!
Si può realizzare un intero pasto a base di tartufi? Direi proprio di si…anche se noi non ci siamo spinti fino al dessert al tartufo (ci siano alcune ricette che lo propongono!). E il vino? Beh, in questo caso, dipende molto dal tipo di tartufo, dalle ricette e dai vini stessi. Il tartufo nero friulano ha un carattere deciso ed è consigliabile gustarlo in ricette calde e in abbinamento a vini che hanno altrettanta personalità. Il benvenuto ad inizio cena è stato dato dai formaggi al tartufo (che possono essere prodotti sia con latte di mucca che di pecora) e dai crostini alla salsa di tartufo, accompagnati dal brindisi con il Friulano Sbilf 2010 Lis Fadis.
Un piatto da oscar è stata la “balote” con ricotta, funghi e tartufo nero abbinata al Friulano Sbilf 2009 Lis Fadis. Si tratta di una ricetta tradizionale del spilimberghese (è tipica di Clauzetto), oggi molto rara e rivisitata da alcuni locali della zona. Originariamente piatto a base di polenta e formaggio, si può gustare anche con ripieno e con l’aggiunta, come in questo caso, di formaggio fuso e scaglie di ricotta affumicata per renderla ancora più appetitosa. Attenzione che non si afflosci però…è sufficiente portarla subito in tavola appena fuori dal forno! Decisamente azzeccato l’abbinamento con un Friulano strutturato, che regge con piacevolezza la salsa al formaggio e l’amalgama di sapori!
Non certo per vegetariani il secondo piatto dedicato ai volatili! E’ stato il primo piccione della mia vita e, mangiandolo, ho potuto esprimere un desiderio. Lo sapete, vero? Ogni prima volta che si gusta qualcosa nella vita, si ha a disposizione un desiderio da esprimere. Non so se sia pratica ortodossa, me l’ha insegnato mia mamma quand’ero piccola, e ad ogni nuovo frutto di stagione e ad ogni nuova prelibatezza, il rito è quello del desiderio…non si sa mai che si avveri! Il piccione al forno con ripieno di salsiccia e tartufo nero friulano è ottimo, soprattutto in abbinamento ad un vino rosso morbido e suadente come il Bergul 2008 Lis Fadis, uvaggio di Schioppettino, Refosco e Merlot.
L’unica preparazione che prevedeva il tartufo nero friulano non in una ricetta calda è stata la misticanza dell’orto con il melograno. Lo chef consiglia sempre, oltre che di pulire bene il tartufo, anche di togliergli la corteccia (il tessuto di rivestimento) per blandire l’odore di acido fenico caratteristico del tartufo nero. Per aggiungerlo all’insalata, meglio tagliarlo finemente a scaglie e lasciarlo macerare nell’olio d’oliva extra vergine. Bellissima l’idea di aggiungere i grani di melograno, frutto di stagione che dona colore e gusto!
Ho proposto ai tartufai di portarmi a caccia di tartufi, ma non sono riuscita a convincerli…ognuno ha i suoi posti segreti!