L’Autunno per me è sempre un periodo molto intenso, tanto che trovare scampoli di tempo per scrivere queste pagine è davvero complicato. In questo caso, però, sento che è necessario, perché è impellente il mio bisogno di riportare quanto vissuto. Dal 24 al 28 Ottobre ho fatto un viaggio molto importante, la mia prima DWCC – Digitale Wine Communication Conference, che quest’anno ha avuto luogo in Spagna, nella regione della Rioja e più precisamente a Logroño. L’evento è itinerante e da cinque anni a questa parte lo osservavo a distanza e ne seguivo con interesse le discussioni ed i dialoghi. A questa edizione non potevo mancare, anche perchè ero tra le fortunate vincitrici della partecipazione gratuita! Non mi sembrava vero, quando ho ricevuto la comunicazione dal gruppo di The EWBC Scholarship, che avrei avuto questa opportunità così speciale per le miei passioni e la mia professione.
E così, armi e bagagli – intendo per “armi” alcune bottiglie di vino friulano, la T-shirt #winelover, smartphone, tablet, usb, fotocamera – sono partita per questa che per me era davvero una bella avventura, la volevo vivere come qualcosa piovuto dal cielo e che mi avrebbe dato tanto. Due lunghi giorni di viaggio (sulla tratta andata-ritorno Venezia – Madrid – Bilbao – Logroño), due giornate intense di conferenza e una giornata intera di visita del territorio e di alcune cantine della Rioja. non potevano che lasciarmi un segno indelebile legato a ricordi, nuove idee, conoscenze, amicizie. Difficile scegliere, tra le mille milla foto che ho scattato in quei giorni, le immagini più rappresentative del viaggio, e allora ne scelgo solo una che per me riassume almeno in buona parte cos’è stato e cosa sarà. La foto in alto è stata scattata in una delle cantine della Rioja, in questo caso nei Paesi Baschi a Elciego: una cantina storica fondata nel 1858 che ha avviato nel 2000 un progetto di rinnovamento di grande impatto. Marques De Riscal è oggi cantina storica, Hotel di design realizzato da Frank Gehry (lo stesso architetto del Guggenheim di Bilbao), Spa di lusso con vinoterapia, ristorante e chi più ne ha ne metta. La costruzione di questo futuristico complesso di ospitalità è costata 88 milioni di dollari.
Oggi credo che la velocità dei mutamenti ci porti a dover cambiare noi stessi di mentalità, sforzandoci il più possibile di coniugare tradizione ed innovazione, cercando di guardare al futuro e anche e soprattutto alle nuove generazioni. Nei giorni trascorsi in Spagna ero io, nel mio piccolo, ma mi sentivo anche di rappresentare la mia regione (sapete quanto ne sono legata!) vista la mancanza quasi totale di italiani al convegno. Quando mi presentavo alle persone, ero “Elena dal Friuli Venezia Giulia, tra i più importanti vini bianchi del mondo”, e non mi stancavo di ripeterlo, anche di fronte alle facce poco comprensive dei francesi! Ne ho fatte di gaffes per il mio provincialismo, una su tutte quella di parlare in modo non proprio positivo di “vino industriale” con quello che poi avrei scoperto essere uno dei più grandi produttori mondiali di vino in Cile. Lo ripeto spesso ormai, il mondo va a velocità diverse, sta ad ognuno di noi decidere con consapevolezza se prendere il treno a vapore o l’alta velocità oppure se tentare di coniugare il buono di ciò che fu e che è ancora alla obbligatorietà del futuro. Tenendo però presente una cosa essenziale: l’innovazione non è più una scelta, o c’è o non ci sei più tu (in termini di visibilità e business intendo!).
Il tema generale del DWCC di quest’anno era “Flavour”, il sapore che ci dà un vino, ma anche il sapore che noi possiamo dare alla comunicazione digitale del vino. Nei due giorni di conferenza, sono passata dalla lezione di SEO per il blogger, allo stage di abbinamento musica e vino a quello di formaggio e vino, fino ai panel sui temi cruciali delle PR online e dello stato dell’arte della comunicazione digitale del vino a livello internazionale. A proposito di musica e vino, nella sala io e i miei vicini di sedia (un esperto di vini della Serbia e una giornalista enologica dell’Ungheria) ci siamo divertiti così tanto che non dimenticherò facilmente quel momento: Clark Smith in cattedra ci stava guidando nella degustazione di un Cabernet californiano con alternativamente “Strange Days” dei Doors e “California Girls” dei Beach Boys. Ridevamo di gusto perché eravamo realmente sorpresi dell’effetto che faceva sulla nostre percezioni, erano bellissime risate di vero stupore.
Il vino è uno dei pochi prodotti sulla terra che non smette di stupire, avete presente?! Eppure diamo per scontato troppe cose che appartengono al suo mondo. Nei giorni scorsi, ho postato un tweet che potrebbe essere interessante: mentre in USA il consumo di vino sta aumentando con buoni auspici, in Italia – e nel vecchio continente in generale – sta diminuendo progressivamente. Qual è la chiave di svolta? I giovani, i nuovi consumatori e con essi l’innovazione. Non si tratta solo di svecchiare le modalità di comunicazione, si tratta di coinvolgere chi ancora oggi non ha provato il piacere del vino e non ha vissuto questo mondo grazie soprattutto all’ascolto delle loro esigenze. Marques De Riscal è un buon esempio di come rivitalizzare un’area vitivinicola grazie agli investimenti (in questo caso imponenti!) e all’accoglienza, facendo vivere di vino e turismo tutta la zona. Ma ci sono tanti altri esempi e ci sono ancora tante soluzioni da trovare e da mettere in pratica in Italia e in Friuli Venezia Giulia!
Un’esempio di quello che succede in altre parti del mondo? Date un occhio ai video di ViiniTV, direttamente dal Nord Europa, come questo dedicato a Food&Wine: Grower Champagne and Habanero. Uno stile diverso rispetto a quello a cui siamo abituati, sul quale chiaramente influisce la cultura locale e lo stile di vita, ma che sicuramente ci attrae perché vino = piacere = divertimento!
Il prossimo anno, la Digital Wine Communication Conference fa tappa in Svizzera a Montreux dal 31 Ottobre al 2 Novembre, me lo segno già in agenda!