Vino e musica, che bel binomio! In realtà non sarei la persona adatta a parlare di musica, io che non ho mai avuto uno stereo e forse mi sono sentita emarginata anche per questo durante l’adolescenza (oltre a tutte le problematiche di questo periodo della vita così tragico e meraviglioso). Ma ho la certezza che sia una dimensione potente della nostra vita, e, chiaramente, un’arte. Per ciò sono rimasta molto colpita dalle parole del filosofo della musica e musicologo Quirino Principe, che porta avanti la sua battaglia del tutto dirompente per il cambiamento del termine musicale da musica “classica” a musica “forte”. Quanto importanti sono le parole? Le parole sono pietre (cit. Carlo Levi) e le parole sono azioni (cit. Ludwig Wittgenstein).
Con mia grande gioia ho partecipato anche quest’anno al Premio Casanova al Castello di Spessa (Capriva del Friuli), i cui onori vanno di volta in volta a personaggi del mondo della musica e dell’arte, che si siano distinti per la loro attività di ricerca e studio. Bellissima serata nel parco del Castello, organizzata in collaborazione con il Piccolo Festival del Friuli Venezia Giulia, la cui rassegna musicale è davvero eccezionale e ogni estate tocca alcune delle più belle ville e dimore storiche della regione (www.piccolofestival.org). Questa prima data del Festival edizione 2014 presentava l’opera “Sogno di una notte di mezza estate” di William Shakespeare, interpretata in musica, teatro, canto e video.
A fine dell’esecuzione artistica, si sono svolte le premiazioni del Premio Casanova, che hanno visto la consegna proprio a Quirino Principe di una Magnum di Pinot Nero Casanova, che il Castello di Spessa produce in serie limitata nelle storiche cantine della dimora. Ma perché questo insigne cattedratico della musica lotta per cambiare un termine in uso come “classica” e sostituirlo con “forte”? Perché quel primo termine è improprio e fuorviante, secondo la sua opinione, ed in questo modo allontana le nuove generazioni da una musica che invece è “forte”, in virtù della sua energia, della sua creatività, del suo essere vitale e certamente differente da qualsiasi musica “debole”, che si fonda sulla ripetitività.
“Forte” sta a significare quell’energia che suscita emozioni, estasi e stati d’animo dirompenti che solo la grande arte è capace d’innescare in noi, oltre all’amore ovviamente! Quirino Principe ha dedicato tutta la sua vita alla musica e ora nota come le platee dei grandi concerti sono frequentate da “teste canute, ritinte, calve, spelacchiate” (uso le sue stesse parole apparse in un articolo sul Sole 24 Ore del 11 Settembre 2011) e non c’è un ricambio generazionale, a meno che non si tratti degli stessi musicisti! Mi ha colpito questo suo spendersi così accanitamente per un cambiamento culturale, perché appunto è un problema culturale quello dell’Italia.
La vodka alla fragola in luogo del vino, intrugli commerciali che si fanno strada a colpi di sorrisi ammiccanti, e noi che inneggiamo alla cultura del vino con uno sguardo introspettivo più che con un vero desiderio di azione. In oltre dieci anni che lavoro nel settore del vino, non credo di aver mai utilizzato le terminologie consigliate dalle varie scuole di degustazione, perché penso che solo una minima parte di persone le frequenta e a tutti gli altri il vino va raccontato per quel che è, un’espressione della terra e dell’uomo che va goduta e che ci fa vivere meglio. La cena che è seguita all’evento dell’altra sera ne è una delle tante riprove: il cibo che si sposa con il vino in un luogo incantevole, che è gioia per tutti i sensi ed è quindi benessere. Devo dire che, dovendo cenare a mezzanotte, lo chef Antonino Venica del Ristorante La Tavernetta al Castello (che fa sempre parte del comprensorio del Castello di Spessa), ha ideato un menu particolarmente leggero e delicato in cui erano predilette le verdure di stagione e le carni bianche. Di grande impatto l’antipasto composto da una crema di scarola sul quale era adagiata una focaccina ed un fiore di zucchina ripieno di formaggio cremoso in abbinamento al Friulano 2013 del Castello di Spessa. Deliziosa la torta “di Casanova”, con pan di spagna, frutta e panna ed un decoro di rosa rossa!
Che cos’è il vino nella nostra vita di ogni giorno? E’ esaltazione dell’alimento (perché solo dall’incontro tra buon cibo e buon vino nasce armonia dei sensi), è socialità, è provare nuove sensazioni (quando ti accosti ad una nuova etichetta e ad un nuovo gusto), è euforia (e basta con ‘sta storia dell’ebbrezza, in casa mia potrò pur essere euforica?!), è condivisione. E per voi cos’è? Nel frattempo vi auguro buona giornata