Un luna park ecosostenibile, la fattoria!

In Cantine, Enoturismo, Friuli Venezia Giulia by elenaroppa4 Commenti

Mucche alla Fattoria di AzzanoOgnuna delle mucche della Fattoria di Azzano, ad Azzano Decimo (PN), ha un nome e qui sembrano davvero a loro agio! Appena mi avvicino, con una curiosità che assomiglia  molto a quella dei tanti bambini che vengono in visita con i genitori, loro mi vengono incontro zompettando placidamente. Quasi più curiose di me, dopo pochi minuti mi hanno fatto capannello intorno! Non solo mucche, ma anche piccoli vitellini che muovono i primi passi e che un domani saranno ottimi fornitori di latte.

Le vedo e già pregusto il formaggio, è quasi ora di pranzo! Mi spiegano (non le mucche eh…, i responsabili dell’azienda) che il loro latte viene conferito alle Latterie Friulane, realtà consortile a cui fanno riferimento ben trecento fattorie in tutto il Friuli Venezia Giulia, e che poi effettivamente il formaggio si trova in vendita anche qui, insieme al prodotto principe dell’azienda, il vino. Accoppiata vincente, formaggio stagionato e vino rosso! Scelgo dal banco frigo dello spaccio aziendale un delizioso latteria Carnia, ma avrei potuto optare anche per il più noto Montasio Dop. Il latteria Carnia è un formaggio con una tradizione molto diffusa in Friuli, stagionato dai 4 ai 12 mesi, si presenta di pasta di media durezza, colore paglierino con leggera occhiatura e gusto delicato. Il Carnia è anche la base di partenza per i più originali Formadi Frant e Formadi Salat, dal gusto più saporito.

Fattoria di Azzano - Principi di PorciaA parte essere fattoria rurale nel vero senso del termine e spaccio a chilometro zero, la Fattoria di Azzano ha una particolarità che la rende un esempio di eco-sostenibilità nel nostro territorio. Da alcuni anni i proprietari, che fanno capo all’azienda agricola Principi di Porcia, hanno optato per l’investimento nelle energie alternative: non solo fotovoltaico ed idroelettrico, ma anche biogas. Si parla molto in questo periodo di vino biologico, soprattutto da quando, da inizio febbraio 2012, l’Unione Europea ha approvato il regolamento per poterlo definire tale. Oggi un vino che riporta la dicitura “bio” deve rispettare determinati parametri, tra cui il tenore dei solfiti inferiore rispetto al vino tradizionale (max 100 milligrammi/L per i vini rossi – contro i 150 dei rossi convenzionali – e max 150 milligrammi/L per i vini bianchi e rosati – contro i 200 consentiti per i corrispondenti vini non biologici). Tra queste normative, e le lungaggini che vi stanno dietro, non rientrano la questione relativa all’impatto ambientale della produzione e altri parametri che potrebbero farci propendere per un vino rispetto ad un altro.

Digestato prodotto dall'impianto BiogasUna di queste caratteristiche è proprio il basso impatto ambientale, che ben potrebbe essere uno dei capisaldi dell’agricoltura in Italia. Bisogna ammettere che un impianto Biogas visto dall’esterno fa un pò specie e che non tutte le zone si prestano ad un insediamento di questo tipo, ma è pur vero che l’alternativa verde da qualche parte dovrebbe pur attecchire. L’impianto Biogas della Fattoria di Azzano è alimentato con colture ad hoc, con i residui zootecnici dell’allevamento e lo sarà presto anche con vinacce della produzione vitivinicola . Il suo risultato è energia, sia per l’azienda stessa (che è autosufficiente) sia per la rete, e compost che verrà utilizzato per la fertilizzazione dei terreni. In Svizzera, Germania e Svezia, il biogas viene utilizzato come biometano per le auto (in Italia si è ancora ad una fase di sperimentazione) ed è una concreta realtà nella mobilità alternativa!

Io alla fattoria ci sono andata per vino e formaggio, me ne sono uscita con qualche conoscenza in più e dopo aver visto da vicino, e toccato con mano, come opera una tale struttura, facendo non poche domande al giovane tecnico! Mi sembra una bella opportunità per il territorio del Friuli Venezia Giulia, in particolare per la zona del Pordenonese, che potrebbe fare delle energie alternative e dell’eco-sostenibilità una delle sue punte di diamante…non si sa mai che al posto della benzina potremmo usare prima o poi anche noi il biogas!

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Commenti

  1. Sara

    Il biogas però è un’opportunità nei micro sistemi! Purtroppo per la nostra regione troppo spesso è pensato secondo grandi progetti :(

    1. Elena Roppa

      credo che il rapporto tra vantaggi e svantaggi sia fondamentale. Per quando riguarda l’ambiente ed i rifiuti, ci sono resistenze a priori a volte. La questione paesaggistica, per esempio, la trovo un estremismo in alcuni contesti.

  2. wwinegrower

    Io ritengo che l’energia che si consuma per produrre biogas sia pari a quella prodotta. Pensiamo agli ettari di colture cerealicole destinati a produrre biogas e tolti alla produzione alimentare: secondo me scandaloso è consumare acqua per irrigare, produrre CO2 per coltivare i campi e i fertilizzanti e i diserbanti.. e destinare i cereali a produrre biogas. Questo è il mio pensiero di contadina con non molte nozioni scientifiche che chiunque può confutare.

    1. Elena Roppa

      nel mondo ci sono scenari che tu descrivi, non è il caso delle fattorie di questo tipo che certo non hanno nessun vantaggio ad utilizzare dosi massicce di prodotto chimico. Quello che descrivo in questo post è un altro contesto rispetto a quello che tu citi: qui, come in altre parti, si utilizzano scarti/rifiuti reali della produzione agricola che possono essere trasformati in energia e compost. Senza energia non viviamo…

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